I PENSIERI DI COME COMUNICARE

Le idee si formano, si realizzano per essere dati in pasto ad un pubblico più ampio, e chi meglio di Facebook e Twitter hanno questa capacità di farle espanderle fino all' inverosimile , indubbiamente sono nati pure per questo e dove se non ci fossero si sentirebbe la necessità di crearle, dove internet e il web risponde alle nostre esigenze. Social network che sono sufficienti per comunicare da una persona all' altra, da un Paese all' altro e dove i confini non esistono più frantumati da una tecnologia all' avanguardia e dei servizi che possono mettere la parola fine "alla lontananza " perché in tutti gli effetti siamo più vicini di quanto non si creda, anche con qualche lacuna che è indispensabile che ci sia. Ci si aspetta molto da loro, e i nostri scritti, pensieri, commenti al quotidiano passano per essere condivisi, per avere più fans, e quel risalto che da più forza e vitalità da quello che comunichiamo ci rende felici e più realizzati. Ma sotto sotto ci riserva l' opportunità di essere criticati, bersagliati, derisi di come raccontiamo una storia o un' avvenimento distorto e che non rispetta la verità, e quei fans ci abbandonano, come se quella fiducia che avevamo prima cessasse all' istante.. Oppure sia Facebook oppure Twitter ci chiudono il profilo e buonanotte al secchio  !                                                                                                                                            Se Facebook è alla portata di tutti, Twitter è più ambizioso e notare persone di alto rango, quei poteri forti, di gente che contano è la prassi, ma guai nell' infrangere le regole e andare fuori dalle righe, il rischio di essere sfumato e cancellato, e invano risulteranno le lamentele di chi si vede annullare quel suo pensiero,  lamentandosi si fa altro che non vedere gli sbagli fatti, e non sempre si può avere ragione su tutto se quegli scritti e parole possono danneggiare pure gli altri.                                Se comunicare diventa un'abitudine di colpire il lettore, e di colpirlo alle spalle, non è una nobile arte quella di comunicare col pretesto di voler essere sempre il numero uno, che in fondo non lo sarà mai con questi preamboli.  I bello che è  siamo schiavi dei social , anche non ammettendolo si fa tutto per entrarci dentro, sguacciarci fino ad impregnarci di quella notorietà che può mancarci, come se fosse indispensabile per la vita stessa e nel rispetto della comunità, di un sociale un po' strano.                                                                                                                                         Sia i politici hanno trovato l' idea di essere notati, di avere più consensi, e pure di vincere le elezioni, un' arma forse a doppio taglio, ma ugualmente efficace di quella comunicazione al momento giusto e nel luogo giusto, lasciando le campagne elettorali in piazza che oggi come oggi  hanno perso quell' utilità di una volta, ma le si fanno ugualmente per non farsi accorgere di quel cambiamento repentino che la politica adopera e in definitiva le salva. Il cinguettio contagia pure i giornalisti, direttori di giornali, dove non gli basta più scrivere editoriali al veleno, articoli allo sbaraglio, ma espandano le loro idee sempre di più per avere sempre una fetta in più degli altri, come ad indicare che la loro voce deve essere superiore, trasportata dal quel vento per essere raggiunta da tutti e non lasciando per strada nessuno, e nel volere sempre di più sia di fans e di commenti  che anche loro non sanno dove vogliano arrivare, o sapendolo ignorano di essere troppo ripetitivi e troppo arroganti, dove il loro pensiero deve essere legge e da farlo conoscere a tutti, ma proprio tutti per darli quell' alone di sapientoni che ambiscono tanto !
 I giornali saranno i crisi, pure la politica... ma non certamente Facebook e Twitter,  e allora prendiamo questi per comunicare, ne vale la salvezza e la reputazione,  sembrano dire chi da tutto questo ne prende vantaggio e succo vitale, per il resto si guarderà  ! 💭 

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